mercoledì 29 febbraio 2012

"Quell'angolo di mondo più d'ogni altro m'allieta, là dove i mieli a gara con quelli del monte Imetto fanno e le olive quelle della virente Venafro eguagliano; dove Giove primavere regala, lunghe, e tiepidi inverni, e dove Aulone, caro pure a Bacco che tutto feconda, il liquor d'uva dei vitigni di Falerno non invidia affatto" (Quinto Orazio Flacco)


Sto rinviando questo post da giorni…forse perché l’argomento mi tocca da vicino…forse perché mi infervoro se ne parlo e temo di non riuscire a controllare le parole…forse perché ci sarebbe troppo da dire e devo ancora farmi un’idea chiara di dove fermarmi…in ogni caso non intendo aspettare più…la mia foto di oggi e di ieri (e in realtà anche di giorni precedenti) è per la mia città…per le immagini mi sono fatta aiutare sia dal mio archivio di foto scattate in tanti anni che dai miei amici che girano per le mie strade in questi giorni…

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La storia che ho voglia di raccontare riguarda una città e la sua squadra di calcio…la città è bellissima…con una storia interessante alle spalle che ha origine sin dalla Magna Grecia e una posizione geografica e un aspetto che dimezzerebbe il lavoro a qualunque ente per il turismo che avesse il compito di promuoverne la visita… ma è anche una delle più inquinante d’Europa…con tasso di incidenza di tumori e malattie alle vie respiratorie che supera di gran lunga la media europea…la squadra è attualmente di terza categoria ma vanta una tifoseria che meriterebbe ben altri palcoscenici…con senso dello sport, attaccamento e quell’amore incondizionato che forse si riserva solo ai parenti, ha sopportato negli anni ogni genere di piaga abbattutasi sulla squadra…dai provvedimenti un po’ troppo restrittivi presi nei confronti della tifoseria ai sogni infranti ad un passo dalla qualificazione alla categoria superiore, dai fallimenti societari alle lotte contro il dissesto comunale per avere lo stadio cittadino a norma, da presidenti poco innamorati a limiti tecnici contro i quali c’era ben poco da fare… il destino più volte si è preso gioco di loro ma questo non ha mai tolto la voglia di crederci e perciò non hanno mai fatto venire meno il sostegno alla squadra…se vi fate un giro da noi potrete imbattervi in qualche centinaia di tifosi attendere di notte alle porte dello stadio il pullman della squadra di rientro da una trasferta vinta all’ultimo minuto, solo perché l’allenatore, al microfono dell’intervista tipica di fine partita, in preda all’entusiasmo, invita i tifosi ad accoglierli all’arrivo…oppure potrete vedere i balconi di una città intera che a giugno, ormai da qualche anno senza mollare, si vestono di rosso e blu perché stanno per iniziare i play off e si cavalca il sogno della B…guardando una partita è possibile vedere lo spettacolo emozionante e commovente di due giocatori che si avvicinano alla curva e regalano un mazzo di fiori ai parenti di un ragazzo appena scomparso, un normale tifoso, molto attivo e impegnato per il risanamento di Taranto e che ha dato vita insieme ad altri ragazzi al movimento “Ammazza Che Piazza” che autofinanziadosi si preoccupa di restituire dignità ai luoghi verdi della città… l’amore è forte e il rapporto tra la squadra e la città è stretto…tanto che quando quest’anno l’attuale presidente della società si è trovato in difficoltà e sono cominciati ad arrivare i punti di penalizzazione per il mancato pagamento degli stipendi dei giocatori, un gruppo di tifosi organizzati i “Taranto Supporters” si è mobilitato e senza pensarci troppo ha indetto una raccolta fondi per poter finanziare una o più partite…i cittadini hanno risposto e sono stati raccolti addirittura 11mila euro…non so… a me non sembra qualcosa di così scontato…un sondaggio pubblico su internet ha deciso quale sarebbe stato “lo sponsor” da applicare sulla maglia per la partita finanziata…lo slogan scelto è stato “RespiriaAMO Taranto”…la Lega PRO approva…la maglia si stampa…
l’emergenza ambientale da noi è elevata e faticosamente negli anni qualcosa si muove…la sensibilità è aumentata…i tarantini prendono coscienza ogni giorno di più della condizione di morte e distruzione nella quale stiamo precipitando…cambiare è un processo lento e difficile…soprattutto quando un fumo nero che spara al cielo ogni giorno è diventato talmente tanto abituale da togliere la possibilità di immaginare un futuro diverso…ma qualcosa sta accadendo…il futuro diverso comincia a sembrare possibile… e così, sempre se ti fai un giro da noi, puoi imbatterti in manifestazioni organizzate o spontanee, programmate o estemporanee…puoi incontrare giornalisti di testate nazionali in grado di fare le “domande giuste”…si scrivono perizie che addossano responsabilità…si iniziano processi...puoi leggere sui muri o in striscioni appesi, slogan scritti a mano o  graffiti manifestanti il disagio, creati da ragazzi molto lontani dagli schieramenti politici…”respiriAMO TARANTO” ben si sposa con tutto questo…con questa presa di coscienza…con questa ventata nuova e sana…del resto lo sponsor sono i tarantini…lo slogan deve esprimere quello che meglio li rappresenta…o forse no…sì, perché la partita sabato c’è stata ma la squadra è scesa in campo con una maglia senza sponsor…la Lega PRO il giorno prima della partita, quando sembrava che ormai fosse tutto deciso e l’entusiasmo cittadino era alle stelle, ha deciso di vietare alla squadra di giocare con quella maglia…pare che si fosse improvvisamente accorta che in realtà lo slogan nascondesse un messaggio politico…boh, forse leggendo la stampa al contrario (come si fa con l’ascolto di alcuni dischi dei Led Zeppelin) si può riscontrare il messaggio subliminale di andare a votare per il diavolo…a quanto pare per il diavolo votano loro…perché non si può non pensare che la volontà politica in realtà sia dietro questo divieto… una volontà politica che non guarda affatto all’esigenze e alle richieste della società che la riguarda…
paradossalmente è quasi un bene quello che è accaduto…i giochi sono abbastanza chiari ora agli occhi di tutti…anche di quella parte di cittadini che si ostinava a disinteressarsi delle sorti cittadine…e l’indignazione è forte…

perchè tutto questo non riguarda più solo l’amore per lo sport e per la squadra locale ma una città intera che continua ad essere vessata e maltrattata come se non esistesse…si perché Taranto merita di essere salvata non solo per il patrimonio storico e artistico che conserva tra le vie della sua città, non solo per il mare che la circonda che è uno spettacolo naturale senza pari, non solo per le cozze e la puccia agli uccelletti, non solo per i citri, per il bisso, per i riti della Settimana Santa, per il rosone di San Domenico e il cappellone di San Cataldo, non solo per il pranzo "da Ugo" o il panzarotto "di Ernesto", non solo per la Raffo bevuta in piazza fontana il giovedì santo o per la passeggiata sul lungomare, non solo per l’apertura del ponte girevole o lo spettacolo dal ponte di pietra, non solo per il mercato del venerdì alla Salinella o del sabato ai Tamburi, non solo per il teatro Tatà, per la villa Peripato, Cimino o il Parco Archeologico, non solo per i fiori che da 34 anni ricordano Iacovone o per lo stadio che ospieterebbe senza modifica alcuna avversari di serie B, non solo per un museo che ospita una collezione di Ori della Magna Grecia famosa in tutto il mondo…Taranto merita di essere salvata perché è una città ABITATA…e perché i tarentini sono capaci di grandi gesti…forse a volte un po’ discontinui…ma questo capita quando le difficoltà da affrontare sembrano non finire mai…perché è difficile mantenere alta l’attenzione su tutto quando il tutto è davvero troppo…ma i tarentini ci sono…e si sente…è il momento di riprendersi la città…e il momento non va’ sprecato…ora va’ davvero mantenuta l’attenzione alta su tutto…e ogni forza va’ coinvolta…ogni risorsa…

 perché scene come questa che si vedevano ieri da ogni punto della città devono essere denunciate a gran voce…uno spaventoso fumo nero a causa di un incendio dovuto all’esplosione di un trasformatore del reparto tubificio, che fortunamente non ha provocato feriti, non va’ più dimenticato dopo un giorno e catalogato come incidente “messo in conto”…noi tarantini non dobbiamo più permetterlo…
sono orgogliosa quando vedo i miei amici diffondere ripetutamente le notizie di tali eventi sui social network,
quando, se non sono a Taranto, mi spediscono le foto di manifestazioni improvvisate sotto il palazzo di città (in pochi o in tanti non ha importanza ora, bisogna solo continuare a farlo) con lo scopo di gridare in continuazione che si è arrivati al limite, quando leggo sempre più articoli di testate nazionali che riguardano la nostra drammatica situazione, sono orgogliosa quando la squadra decide di mettere in vendita la maglia ufficiale usando come sponsor “respiriAMO TARANTO” e ovviamente spero che nasca un accordo nuovo che metta in vendita anche altre maglie con la stessa scritta affinchè possano essere indossate da tutti…perché all’interno di una famiglia ogni componente ne possa portare una, dal figlio di 2 anni alla nonna di 80…e perchè la prossima domenica con partita giocata in casa tanto lo stadio si riempia di tifosi e spettatori di ogni età con indosso un’unica maglia, quanto la pasticceria sotto casa, la piazza del centro, il ristorante cittadino si riempiano di cittadini ugualmente vestiti, orgogliosi e consapevoli.
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